Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra e delle Religioni dell'Umanità
Events 10 maggio | 5 settembre 2017 Preview a Venezia della BIAS 2018 di Palermo
La Preview veneziana di BIAS 2018, che si è svolta da marzo a settembre 2017 nel centro storico di Palermo e in alcuni luoghi significativi della Sicilia, è stata presentata agli operatori dell’arte, in occasione della 57ma Esposizione Internazionale Arte della Biennale di Venezia, come evento collaterale.
Con il patrocinio e la collaborazione di:
Politecnico di Torino | Arcidiocesi di Palermo | Regione Sicilia – Assessorato Cultura | Comune di Palermo | IUAV di Venezia | Aristotle College di Lugano
All’Algiubagiò Garden di Ca’ Donà del secentescogiardino segreto, al civico 5039, alle Fondamenta Nove, nel cuore dell’antichissimo quartiere di Cannaregio, a 100 metri dall’Atelier di Tiziano, di fronte alla laguna Nord con le sue isole di San Michele, Murano, Burano, è stata allestita una presentazione, Preview della BIAS 2018, con opere Site-specific sul tema della “Porta”, Porta itineris dicitur longissima esse.
Gli artisti esposti nella Preview di Venezia dal 10 maggio al 5 settembre 2017 sono un piccolo assaggio dell’imminente BIAS 2018 che si svolgerà a Palermo e in altri luoghi della Sicilia del versante occidentale e orientale, tra metà aprile e agosto 2018: Andrea Kantos e Tomek Kolczynski con T. Halperin e A. Belin, con un video e la musica tratta dall’album BachSpace; Rosa Mundi con La porta di Nain – Umanity’s Time Life,opera video in postproduzione fotografica con musiche di BJM Mario Bajardi tratte da Schengen , La chiave di Tintoretto, un omaggio alla celebre Ultima Cena di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, Sulla Soglia, Les Vestiges du jour; Edo Janic con la Lega d’Oro, La porta di Costantinopoli; Daniela Papadia con The Table of Alliance; Federico Bonelli con il Protoquadro; Barbara Cammarata e gli Analogique con una installazione penumatica; Paola Cassola con Homo Mundus Minor, In Memory of Bones e Liquid City, Valentina Rosa con Frammenti; Maurizio Montagna con Trittico Portaluppi, Albedo Ragusa Ibla 2002, Albedo Palazzolo 2002, Albedo S.M. delle Grazie Milano 2000 e Scenary #011-Pretare e Scenary #020-Piedilama; Armando Perna con l’autostrada per Reggio Calabria; Niccolò Montesi con Famiglia e La Scusa è Servita; e Gaia Todeschini con fotografie tratte da Dissoluzione.
ARTISTI
BJM Mario Bajardi – musicist, pianist, violinist, composer
Federico Bonelli – visual art
Barbara Cammarata – visual art
Analogique Architecture Design Atelier
Paola Cassola – visual art
Aldo Chichero – visual art, boat designer
T. Halperin – musicist, pianist, composer
Edo Janic – sculptor, engraver
Andrea Kantos – visual art
Aude de Kerros – writer
Tomeck Kolczynski – musicist, composer
Maurizio Montagna – visual artist, photographer
Niccolò Montesi – visual artist, photographer
Rosa Mundi – visual art, photographer, writer
Extract Photos PalmyraThanks to Queen Zenobia who dared rebel against the Roman Empire, Cleopatra, Didone and Semiramide, St. Simeone Stilita the Old and the Archaeologist Khaled Asaad.Thanks to the Humanity of Palmira The desert’s bride, the Euphrates river’s water, the tall Palms that lined its course, the Humanity of the Krak des Chevaliers, Qalʿat Ṣalāḥ al-Dīn, the ruins of the Fortress of Simeone Qal’at Sim.an, the Humanity of the temple of Baalshamin, the Humanity of the temple of Baal.Palmyra, the city of palms, was the name of an ancient city of Syria, destroyed by the Arabs in the 6th century. It was an important caravan center on the Euphrates River, in the Syrian desert, where welfare and wealth were at everyone’s reach. The kingdom of Palmyra dates back to 267 BC. It was a place of tolerance, a crossroad of religions that lived together freely. Bet – Zabbai, the Aramaic name of Zenobia, means Zabbai’s daughter. In the Historia Augusta, she was represented as a chaste, charismatic, attentive and generous Queen who did not hesitate to take part in battles with his soldiers, either on horseback or on a chariot. Zenobia was very educated, she spoke Aramaic, Egyptian, Greek and Latin and nourished her court of intellectuals and philosophers. She wanted autonomy from the Roman Empire and wanted to gather under her kingdom Asia Minor and Egypt. She succeeded in stealing Arabia from the Romans with the help of the Parties. But in 272 a.c. she had to surrender to Rome Caput Mundi.Today the city of Palmira, and Syria, are the symbols of a conflict which has been raging since March 2011, date of an apparent uprising against President Bashar Assad, until that moment a praised representative of a safe and secular State, a sort of safety buffer at the doors of the hot middle East.Syria today is the stage of an international conflict, at the border between terror and the economic powers of the new cold war.A camouflaged civil war, unleashed in the scientific Jihadist fury and in the destructive violence of Al Qaeda, that today reveals itself beyond any doubt, in a war between two axis: the Gulf monarchies, Turkey, the U.S.A. antagonising Iran, and the Lebanese Sciite militias of Hezbollah, siding with Assad.The war doesn’t save anybody, it strikes above all the civilians, causing daily slaughters and massacres. The media and international politics seemed definite to overthrow President Assad when, on the 30th of September 2015, Russia intervened to support the troops of Damask. The scenery is complicated.Today in Syria a war is fought for proxy: the main powers involved – regional and intercontinental – use the people – the humanity of Palmira of the XXI symbol – as pawns and unintentional fighters.The victims’ number, according to the syrian observatory, is ever increasing: 312.000 casualties, 149.000 civilians, 16.000 children and thousand of fugitives. Numbers destined to increase every day that passes. The fugitives, the Humanity in transit – The Passengers – stolen of their daily life, unaware keepers of the testament of a glorious past, human shields of archaeological sites that make the international community shiver, are forced to escape and cross the Door – The Door – to abandon everything, slip in the dark of an unknown future and jump in the void – The Jump – of the Mare Internum Nostrum.
Un immenso arazzo lungo 12 mt, tessuto nell’arco di sei mesi da un gruppo di detenute nel Carcere di Rebibbia, ritrae il genoma dell’umanità, ricavato da una ricerca universitaria svizzera. Il fine dell’opera di Daniela Papadia, allestita a Venezia e al Castello di Morsasco nelle Previews BIAS 2018, è quello di tratteggiare una mappatura del sangue in grado di dimostrare l’uniformità della genetica dell’uomo, in un dialogo interattivo fra scienza e pensiero cristiano, fra scienza e arte. L’opera, appesa al soffitto, si presenta al pubblico come un grande drappo, che evoca una tenda berbera. L’effetto è quello di un susseguirsi di ‘segmenti del genoma del sangue dell’umanità’, rivelando la loro unicità nelle analogie comparative. Al di sotto dell’installazione, un grande specchio di 3×150 mt riflette sia lo spettatore che l’arazzo, acquisendo in tal modo maggiore consapevolezza della proiezione del relativismo di chi guarda rispetto alle reali analogie strutturali soggiacenti al genere umano. In questa prospettiva, si assiste a una sorta di sposalizio d’intenti tra arte e scienza, che si impone quale porta privilegiata per un sapere onnicomprensivo, in grado di far dialogare analogie e differenze senza scadere nella retorica del relativismo culturale: la scienza quale porta di una conoscenza. Padiglione Ortodosso | Darwiniano
La chiave di Tintoretto di Rosa Mundi | Homo Mundus Minor di Paola Cassola | The Table of Alliance di Daniela Papadia | Viadotto Sfasalà (RC) di Armando Perna | Dissoluzione di Gaia Todeschini.
Luci Fortuny | The Table of Alliance di Daniela Papadia | La chiave di Tintoretto di Rosa Mundi | Liquid City di Paola Cassola| Albedo e Scenary di Maurizio Montagna.
Rosa Mundi, La chiave dell’Ultima Cena, omaggio a Jacopo Robusti detto il Tintoretto.
Frazione di secondo dall’opera di Federico Bonelli. Pennellate in movimento. Un legame impercettibile con lo Stretto di Messina. Il passaggio di San Francesco de Paola: la marea, il Movimento, ogni secondo un’immagine nuova, Arte viva.
Andrea Kantos | Rosa Mundi | Maurizio Montagna | Paola Cassola
In Memory of Bones di Paola Cassola | Riflesso-Video Humanity’s Time Life di Rosa Mundi, con musiche di BJM Mario Bajardi tratte da Schengen.
Albedo e Scenary di Maurizio Montagna conducono lo spettatore in un viaggio tra le macerie de L’Aquila, in una geometria trasversale di archi, mura, architetture in rovina. Si avverte il dramma della de-composizione del paesaggio, una dimensione che richiede maggiore attenzione e di cui la fotografia diviene strumento attivo e privilegiato di documentazione, denuncia e custodia della memoria.
Homo Mundus Minor di Paola Cassola ruota attorno all’esperienza personale dell’artista e al percorso intrapreso per superare un traumatico accadimento che ha segnato il suo passaggio all’età adulta. Un cabient in legno replica il tradizionale altare del Buddha giapponese con due ante che, una volta aperte, svelano una porta su cui appare un autoritratto fotografico in bianco e nero. Parte integrante dell’opera è la performance The Bodu Bondage realizzata a Santiago de Chile.
Dissoluzione di Gaia Todeschini. Sei fotografie tratte da una serie di 350, suddivise in diverse sezioni, che ritraggono scenari desolati, volutamente in bianco e nero e collocabili in uno spazio temporale indefinito. La sezione dal titolo “Inferno – Canto III” racchiude una serie di differenti carchi tra porte, cancelli, saracinesche di spazi industriali, che offrono spunti di riflessione sui temi dell’abbandono e della speranza.