“Il Filo dell’Alleanza”

Settembre 2018

Il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo 

e 

World International Sicilian Heritage  

presentano

“Il Filo dell’Alleanza”

di 

Daniela Papadia 

martedì 9 ottobre 2018

Ore 18.00

Palermo

Palazzo Belmonte Riso

Corso Vittorio Emanuele, 365

Palermo – Il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e l’associazione WISH presentano il 9 ottobre 2018 alle ore 18.00, a Palazzo Belmonte Riso, il progetto artistico “Il Filo dell’Alleanza” di Daniela Papadia, con la collaborazione scientifica di Riccardo Cassiani Ingoni.


Il Filo dell’Alleanza è un progetto del programma “Italia, Culture, Mediterraneo” realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’ambito della Presidenza Osce. Un’opera collettiva che coinvolge un gruppo di donne tra Israele e Palestina, in un progetto che promuove integrazione e convivenza nel Mediterraneo e nel Medio Oriente attraverso l’arte e la tecnica del ricamo. 

Il Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo – dichiara la Direttrice, Valeria Patrizia Li Vigni è particolarmente attento alle tematiche di apertura e collaborazione tra i popoli, con l’obiettivo di aprire un dialogo costruttivo in grado di abbattere le barriere, nel convincimento che sia possibile costruire un futuro migliore. Il progetto di Daniela Papadia, artista palermitana tra i primi a essere inserita nell’Archivio SACS del Museo Riso (lo Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia, volto alla promozione della creatività artistica siciliana), si ricollega a precedenti iniziative portate a compimento con successo da Alighiero Boetti, riprendendo il tema della collaborazione e del recupero del patrimonio immateriale del ricamo“.

Il ricamo come messaggio di pace. È questo, infatti, il progetto dell’artista Daniela Papadia, promosso dall’Associazione WISH – World International Sicilian Heritage anche nell’ambito delle attività di BIAS 2018, la Biennale Internazionale di Arte Contemporanea, che mira al dialogo tra diverse culture a prescindere dalla nazionalità. Un progetto partecipato, che vuole condurre ad una riflessione sui principi di uguaglianza e di fraternità fra tutti i popoli, indipendentemente dalla loro religione e origine. 

Il processo creativo dell’arte – dichiara l’artista Daniela Papadia insieme alla scienza può, infatti, favorire il cambiamento, la crescita personale, e il rispetto delle differenze culturali e religiose. Il “Filo dell’Alleanza” rappresenta un mezzo, una via per intrecciare relazioni che rigettano la discriminazione, l’esclusione e la violenza. Facendo interagire insieme gli individui si portano contenuti simbolici carichi di significati adeguati alla giusta percezione di sé e dell’altro.”

Per raggiungere questo obiettivo, l’artista utilizza il ricamo come strumento per rappresentare questo intrico di relazioni, di contatti umani, di scambi, di vite, parole, culture che si intrecciano, fondamenti basilari nella storia dell’uomo. L’artista ha scelto il ricamo poiché simboleggia l’arte della “riparazione”, una metafora tra arte e scienza per ricucire gli strappi consumati in conflitti, purtroppo, ancora attuali.

Nell’opera “Il Filo dell’Alleanza”, questa trama viene rappresentata da sei arazzi di 1,23 x 2.60 m, assemblati con un filo d’oro che rappresenta il Mediterraneo. L’artista ha coinvolto sei gruppi di donne, del movimento Women Wage Peace, appartenenti ad etnie e religioni diverse (palestinesi, israeliane, beduine e druse) e della scuola di moda a Rehovot di Letizia Della Rocca, che insieme hanno incontrato la ricamatrice Michal Avvisar divenuta la coordinatrice delle esecutrici. 

Ognuna di loro ha realizzato un arazzo tra Israele e Palestina, luoghi per la Papadia ideali per ricucire gli strappi aperti dall’interruzione del dialogo e dei conflitti e per riavviare un processo di alleanza e convivenza. Nelle opere, i fili d’oro ricuciono quindi simbolicamente gli strappi e fanno incontrare donne provenienti dai due Paesi, che desiderano conoscersi e lavorare insieme, ma che sono separate dalla storia, dalle guerre e dalle divisioni interne. L’oro è incorruttibile, il metallo più prezioso, è causa di guerre e disuguaglianza, in questo caso l’oro unisce e crea l’incontro. Questo gruppo di lavoro si è infine incontrato a Gerusalemme dove ha riunito i sei lavori in un’unica opera collettiva, un grande arazzo di 2,40 metri x 5,20 metri di lunghezza, che rappresenta la mappa del Mediterraneo, una sorta di genoma umano, che integra e definisce l’unicità e somiglianza di ogni individuo, raffigurando i 12 geni che garantiscono la funzione del sangue, individuati dal neurofisiologo Riccardo Cassiani Ingoni. Il sangue è, infatti, il fluido corporeo che dà la vita e che da sempre rappresenta nella storia i valori di coraggio, le alleanze, le rotture, l’appartenenza ad un popolo o ad una famiglia. “La mappa del genoma, nella sua complessa elaborazione, ci mostra gli elementi comuni che appartengono all’umanità intera. Lo studio del genoma umano porta così a un paradosso linguistico: “Unicità e comunanza”. Il genoma ci dice che facciamo parte di un unico progetto umano. Noi siamo unici, esattamente come tutti gli altri, e il rispetto di ogni uomo è il fondamento della dignità della comunità umana”. L’intero progetto è stato raccontato dal regista Francesco Miccichè in un documentario, prodotto dall’Istituto Luce e da Reporter. Il 9 ottobre sarà proiettato il trailer. 

Il rapporto tra arte e scienza interessa da sempre Daniela Papadia, che già dal 2013, nelle sue opere, dialoga con la mappa del genoma, con la genetica e la biologia molecolare. Nel 2014 inizia questo percorso artistico con l’arazzo The table of the Alliance esposto al Campidoglio, Chicago, Miami e Londra. Un’opera realizzata da alcune ricamatrici di diverse nazionalità, detenute nel carcere romano di Rebibbia. Una iniziativa che ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana il quale ha donato anche una medaglia di rappresentanza. (documentario visibile www.tableofalliance.org)

Comunicazione:

Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo

Ludovico Gippetto (+ 39) 380.3676787 – (+ 39) 091.320532 int.211

cerimoniale@poloartecontemporanea.it

Museo Riso (+ 39) 091.587717 – www.poloartecontemporanea.it

Biglietti:  https://www.poloartecontemporanea.it/orari-e-tariffe/

Associazione WISH World International Sicilian Heritage 

Rosanna Minafò minafo@yahoo.it + 39 3484009298
Santa Nastro snastro@gmail.com +39 3928928522

http://www.bias.institute

 

Acropoli del parco di Selinunte

Dichiarazione Chiara per 16 settembre 2018 
Acropoli nel Parco di Selinunte
 
” Nella parte che originariamente indicava la parte più alta della polis greca, l’Acropoli del parco archeologico di Selinunte, l’avere presentato con un tripudio di attori performanti della compagnia Esosteatre, gli esoscheletri che hanno accolto l’attrice Sarita Marchesi Van der Meer, l’attore per un giorno Avv.Marcello Consiglio e la sottoscritta – anche nella versione di scrittrice dei testi narrati per Judas The guess – ha un significato rivelato di non poco conto. Lo spettacolo è avvenuto ai piedi di una civilità perduta le cui pietre vive ancora oggi ci emozionano e lasciano spazio a interpretazioni e traduzioni dei segni dell’ esistenza di un’ umanità che le ha solcate e plasmate in più di 2400 anni.
A noi l’onore di raccontare la storia di uno dei più grandi processi dell’umanità, abbozzando il processo dell’umanità che tradisce nei secoli nella lotta incessante tra il bene ed il male ai piedi del tempio come ai tempi di Gesù di Nareth.” 

Finissage 2018

Carissimi artisti della Bias 2018,
 
questa incredile avventura volge al termine. Il 16 settembre alle ore 17,30 si terrà il finissage della BIAS 2018 presso l’Acropoli di Selinunte,nel parco archeologico con la terza replica in Sicilia del Musical “Judas the guess” diretto da Regista Sasa Neri con la compagnia teatrale Esotheatre e 5 attori gli esoscheletri con testi inediti e incredibili soprese.
Siete tutti invitati a venire.
La mattina del 16 settembre, tra le 14,30 e le 15.30 tutti gli artisti che hanno le loro opere presso le Cave di Cusa al baglio Igman Florio sono invitati a ritirare in loco le loro opere. Chi non potrà recarsi sul posto potrà inviare un messaggio di risposta per il ritiro a Palermo martedì 18 pomerigio in Via Vittorio Emanuele dalle 17 alle 18,30.
 
Le opere che sono conservate presso la Chiesa dei Teatini, la cripta  chiesa ipogea quarto canto di città,  e presso il l’Hotel Metropole rimarranno sino al 4 ottobre fatta salva l’esigenza di chi vorrà entrare in possesso prima la loro opera. Questi luoghi hanno aperto in un secondo  momento e pertanto si è ritenuto più equilibrato , anche per richiesta dei gestori stessi dei luoghi protrarre di qualche settimana l’esposizione.
 
Le opere BIAS che sono esposte in Egitto nella penisola del Sinai resteranno visibili sino al 31 dicembre 2018 nei siti di Nuweba, Ras Saitan.
 
E’ stata creata la BIAS BAND musicale che coinvolge persone di tutte le nazionalità, religioni e culture che viene seguita direttamente dalla Dr.ssa Sarita Marchesi Van Der Meer per WISH BIAS
 
Il 9 ottobre 2018 alle 18 nell’ambito di BIAS 2018 verrà presentata presso il Museo Riso l’opera Il Filo dell’Alleanza di Daniela Papadia, direttamente promossa da WISH e dal Ministero degli Esteri dopo una intensa attività in Israele Palestina.
 
A metà novembre alcun artisti direttamente selezionati dal Comune di Amsterdam faranno parte di una collettiva, tra questi alcuni artisti che hanno partecipato alla BIAS.
 
I primi di novembre sarà pronto il catalogo della BIAS 2018 su cui vi daremo ogni informazione necessaria.
 
Complimenti a tutti ancora
 
Viva la BIAS 
 
lo staff di direzione BIAS”