Press Release / Comunicato Stampa

La sera di venerdì 24 luglio dalle ore 18.00 alle ore 21.00 verrà presentata ufficialmente presso Piazzetta San Marco, nel cuore dell’ormai antico borgo di Porto Rotondo,  l’ottava tappa della BIAS – Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra delle religioni e credenze dell’Umanità, iniziata a Venezia il 12 giugno scorso, dallo storico porto di Sant’Elena, attraversando in lungo e in largo tutta l’Italia. La BIAS oltre al patrocinio del Consorzio di Porto Rotondo e di tanti altri enti pubblici e privati del luogo è promossa dalla PRM srl, proprietaria dei terreni di Porto Rotondo dove si svolge questa tappa espositiva, della Fondazione veneziana Donà dalle Rose, da WISH e dall’acqua San Martino. Questa parte della BIAS mette in mostra,  en plein air 20 opere di 5 artisti BIAS 2020, tra i 100 selezionati in tutto il mondo, creando uno stretto legame con Venezia, città dei fondatori di Porto Rotondo, il Conte e la Contessa Nicolò Donà dalle Rose e Françoise Marsot Donà dalle Rose che sessant’anni fa, come dei visionari argonauti  del secolo scorso, immaginarono, posero le basi e crearono con tanta passione e dedizione il villaggio di Porto Rotondo rievocando le gesta degli antichi romani che dalle cave di granito estrassero tre colonne del Pantheon di Roma.

Al vernissage, aperto al pubblico, saranno presenti molte personalità tra cui non mancheranno i membri del consiglio di amministrazione del Consorzio di Porto Rotondo e le autorità di governo del Comune, i portorotondini di sempre, amici, curiosi e tanti operatori dell’arte e collezionisti giunti sull’isola per tale evento, ma soprattutto il Vice-Presidente della Fondazione Donà dalle Rose Dr. Francesco Donà dalle Rose, la Presidente di WISH e la Direttrice della BIAS Dr.ssa Chiara Modìca Donà dalle Rose, insieme agli artisti.

OPERA DELL’ARTISTA ROSA MUNDI

Grande attesa per i fratelli Cristiano e Patrizio Alviti – scultore il primo, pittore il secondo – meglio conosciuti al grande pubblico come ALVITIART, con le loro monumentali opere e per l’artista Rosa Mundi che sin dal 1992 non rivela il suo volto per volontà espressa di passare alla storia solo per la sua arte e i messaggi che attraverso essa veicola nei secoli al mondo, nonché le artiste Camilla Ancillotto e Margherita Grasselli tra le grandi promesse femminili del panorama dell’arte.

Poche settimane fa sono state presentate le ultime quattro tappe in terra di Sicilia a Palazzo D’Orleans, presso la Presidenza della Regione Sicilia. All’incontro erano presenti oltre al presidente di BIAS, Prof. Avv. Chiara Modìca Donà dalle Rose, anche l’assessore ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana Dr.Alberto Samonà, il Sindaco di Palermo Prof. Avv. Leoluca Orlando, l’assessore alla Cultura del Comune di Palermo Prof. Mario Zito Direttore dell’Accademia della Belle Arti di Palermo e Avv. Antonio Ticali Soprintendente della Fondazione Sant’Elia.

WISH – World International Sicilian Heritage, da una progettualità dell’artista Rosa Mundi, con la Fondazione Donà dalle Rose promuovono la terza edizione della BIAS, con molteplici tappe di esposizione in contemporanea in Italia ed all’estero, esposizione transnazionale di arte contemporanea sacra legata allaspiritualità dell’artista e rivolta a tutte le religioni dell’umanità.

Una Biennale, la BIAS, nata nel 2009 che supera l’idea di Padiglioni nazionali in cui racchiudere i singoli artisti di tutto il mondo, creando invece dei Padiglioni spirituali in cui le matrici della dialettica utilizzata dagli artisti genera ideali Padiglioni Abramitici, filosofici, scientifici, buddisti, induisti, zorastriani, sciamani, archeologici delle religioni perdute, africani, web artisti, uniti dal comune denominatore BIAS, ossia l’essere sprovvisti di muri, di barriere fisiche e di riserva mentali figlie del pregiudizio del relativismo culturale nazionalistico.

Francesco e Chiara Donà dalle Rose, a capo della Fondazione Donà dalle Rose, dopo anni di lavoro e di promozione dell’arte e della cultura del collezionismo e soprattutto del mecenatismo di cui sono interpreti incontrastati nella memoria e nelle loro quotidiane azioni da più di 600 anni, sulle orme dei loro antenati hanno creato un percorso artistico nel cuore dell’ormai antico borgo di Porto Rotondo, tra i ginepri e il granito di  questo luogo meraviglioso della Sardegna che incanta turisti di ogni dove e ci narra la limpidezza di un mare cristallino e di una natura a tutt’oggi incontaminata.

Il Presidente del Consorzio, l’avvocato Leonardo Salvemini, e tutta la comunità portorotondina è oltremodo grato ai Conti Francesco e Chiara Donà dalle Rose per aver portato a Porto Rotondo la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea Sacra e delle Religioni dell’Umanità, un evento internazionale così prestigioso ed importante che arricchisce ulteriormente il tessuto e la sensibilità artistica e culturale del nostro borgo. “Sono certo – dichiara il presidente Salveminiche trattasi di un inizio di collaborazione e di partenariato tra la Fondazione Donà dalle Rose e Porto Rotondo, che non potrà che produrre altri importanti eventi di crescita culturale grazie al contributo di consorziati illuminati come Francesco e Chiara Donà dalle Rose”.

OPERA DELL’ARTISTA CRISTIANO ALVITI

 “È la spiritualità oltre le barriere linguistiche e geopolitiche, oltre i confini nazionali, in una visione universale che individua nel dialogo tra arte e religione un medium privilegiato di valori etici ed estetici. L’arte diviene strumento di dialettica, di riflessione sul concetto di identità, per segnare un percorso inter/trans-religioso funzionale al disvelamento della complessità, quanto mai attuale, della diversità umana e della sua altrettanto polisemica produzione artistica. La lingua e la religione hanno una funzione pregnante nella società umana, consentono la comunicazione, ne affermano i livelli di definizione, coadiuvano nella costruzione del senso che l’uomo attribuisce al proprio vissuto, sia metafisicamente che bio-culturalmente” sottolinea il presidente Chiara Modìca Donà dalle Rose.                                                                                                                                                                                                                                                                    

Per Alberto Samonà:Il campo su cui ci porta quest’anno la Biennale d’Arte Sacra è quella del tempo e del gioco. Il gioco e il sacro hanno molto più di quanto non appaia a prima vista in comune: entrambi creano un “mondo nel mondo”. Il credente realizza una “performance simbolica” che esprime attraverso segni, simboli, metafore, esperienze spaziali e temporali fuori dal comune, dando origine a qualcosa di diverso e di sublime. Lo stesso avviene nel gioco dove ci si cala nell’immaginare un mondo che va oltre il tangibile creando una “vis imaginativa” di eccezionale valore. In questo anno condizionato dal Covid anche il tempo è tornato ad avere una propria dimensione. Ci ha fermato per ricordarci che non siamo solo materia ma spirito. Che il gioco oggi venga sempre meno preso in considerazione e che teoreticamente venga contestato è frutto della stessa visione illuministica in cui vive l’Occidente. Visione che ha portato una grave perdita antropologica. Non siamo più capaci di “giocare”, siamo diventati più seri e tristi, impieghiamo soltanto l’emisfero sinistro del cervello, mentre Dio è creatività, libertà, spiritualità, gioco. Ecco perché iniziative come quelle della BIAS diventano un mezzo, uno strumento attraverso cui recuperare la visione spirituale, ludica e, quindi, sacra della nostra vita.” “Se la religione ha contribuito, sin dalle origini, – continua Chiara Donà dalle Rosealla lettura interpretativa del mondo, l’arte è stato il linguaggio immediato attraverso il quale il mondo è stato impresso, indagato e sublimato. Religione e arte sono strettamente connesse, in virtù di un medesimo principio che le accomuna, la ricerca del senso della vita come della morte, intesa esclusivamente quale crisi della presenza”.

OPERA DELL’ARTISTA CAMILLA ANCILOTTO

Ed il sovrintendente Antonio Ticali ribadisce l’importanza dell’arte nella nostra terra e nella nostra cultura oggi più che mai e sottolinea l’importanza delle distanze di sicurezza da mantenere per la visita al Loggiato San Bartolomeo sede di BIAS 2020 ed inaugurata il 12 luglio. “Per la prima volta – dichiara Ticali – la Fondazione Sant’Elia ospita la BIAS, una realtà che nasce tra Palermo e Venezia, che è cresciuta nel tempo, basti ricordare i grandi numeri di quattro e due anni fa tra la Cattedrale ed il Museo Riso con le edizioni BIAS 2016 sulla “Creazione “ con l’apertura di 18 luoghi tra palazzi, oratori e chiese del centro storico di Palermo con WISH e la Fondazione Donà dalle Rose e più di 5.000 visite nel primo giorno di apertura e con la BIAS 2018 sul tema della “The Gate: porta itineris longissima dicitur esse” con l’apertura di 36 luoghi tra Palermo Capitale della Cultura e l’Egitto nella penisola del Sinai ed Israele e Palestina, e che quest’anno supera oltre modo i confini nazionali portando l’Italia fuori anche in Senegal, i Russia, in Cina ed in Jamaica. Un fattore importante è stato ed è anche la collaborazione coi vertici religiosi locali ed un buon sincronismo che dimostra sempre la città di Venezia, Palermo, Messina, Marsala, Gibellina, Taormina, Castello di Morasco e novità di questo anno anche Porto Rotondo, Salina e Arcidosso in un dialogo sottile, ben gestito e BIAS, con trasversalità, consente di raccontare l’aspetto contemporaneo di tutto ciò”.

Sulla Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea Sacra e delle Religioni dell’Umanità interviene anche il sindaco di Palermo, il professore Leoluca Orlando che dichiara: “Ancora una volta Palermo sarà capitale dell’arte e della cultura, ancora una volta sarà il luogo in cui l’arte sacra di tutto il mondo si incontrerà, sottolineando ancora una volta sin dal 2016 nelle precedenti edizioni  come la religione e le religioni possano essere strumento di incontro e di dialettica costruttiva, di riflessione sull’identità e su come questa sia elemento fondante della comunità umana, in cui tutti sono uguali, in cui tutti sono diversi. Un sentito ringraziamento lo rivolgo alla Fondazione Donà dalle Rose e a WISH – World International Sicilian Heritage, che con la presidentessa Chiara Modìca Donà dalle Rose dimostrano nuovamente, senza interruzioni e con grande dedizione intellettuale e professionale il proprio affetto per la nostra città, la nostra terra, rinsaldando un legame e un’affinità che negli anni  ha prodotto straordinari risultati culturali, ben oltre la manifestazione artistica conducendoci altresì al prestigioso riconoscimento di città capitale della cultura italiana nel 2018 e meta di sempre più crescenti e frequenti eventi internazionali”.

OPERA DELL’ARTISTA MARGHERITA GRASSELLI

Tema della terza edizione di BIAS è il gioco “The Game: the time of game and the game of time” inaugurata nel 2020 tra Venezia, Palermo ed altri suggestivi luoghi del medioevo. Nonostante la grande prova ed il confinamento che ci ha riservato il 2020, BIAS si svolge in contemporanea in diverse location tra Venezia, Valsanzibio, Palermo, Castelvetrano – Selinunte, Fondazione Orestiadi Gibellina Nuova, Taormina, Marsala, Messina, Porto Rotondo, Salina, Arcidosso, Erice, Castello di Morsasco ed all’estero la penisola del Sinai (Egitto), Barcellona, Isola di Tenerife, San Pietroburgo, Dakar in Senegal.

Il legame tra Venezia, città dalle mille stratificazioni ed intrecci, con Villa Barbarigo di Valsanzibio, prime tappe di BIAS 2020, è segnato dalla storia della grande Repubblica Veneziana. Nel 1630 Venezia e buona parte d’Europa vissero l’incubo della peste. Da quegli anni bui per un voto a Dio la famiglia Barbarigo diede vita al Giardino Monumentale di Valsanzibio. Un luogo che dopo secoli presenta un percorso positivo di incredibile attualità, una passeggiata, tra opere d’arte e alberi monumentali, che, passo dopo passo, porta alla Salvezza. Una meta di purificazione e rinascita. Il legame con il Parco Archeologico di Lilibeo con la BIAS è invece dato dalla sua intima relazione con l’umanità delle religioni perdute, le cui tracce sono rinvenibili nel bellissimo percorso museale di Baglio Anselmi e vive e pulsanti nelle fibre dell’arte contemporanea che diventa strumento di riscoperta e di rinascita, ripartendo proprio dalla bellissima statua di

Venere che accoglie il visitatore nella prima sala del museo. Al MUME di Messina la BIAS 2020 ha rivelato la sua più intima relazione tra il passato ed il presente, con un percorso che – dall’archeologia all’era moderna – ricrea un inedito ed autentico dialogo tra gli artisti del passato e di oggi.

Il 12 luglio alle 17.30 al Loggiato San Bartolomeo di Palermo, si è inaugurata la VII° tappa della BIAS 2020, nello spettacolare museo a filo con l’orizzonte del mare, ben 55 artisti della BIAS 2020 in esposizione sino al 12 di settembre. Durante il vernissage numerose performance: la Compagnie du tempe d’une danseproveniente direttamente da Parigi, Performance ed installazione sonora di Terra Luce Silenzio dello Scultore Luca Pantina con musoica di Carlo Guarrera, video di Sebastiano Pavia realizzati dalla Facultad de bellas artes de Sevilla e il perfomance dedicata al poeta Africano Abded Kader Konate con l’artista Sarita Marchesi Van der Meer ed i rappresentanti del padiglione africano.

Ritornando ai parametri dell’evento BIAS 2020 la presidente Chiara Modìca Donà dalle Rose ci rappresenta che l’arte contemporanea non può essere più inserita, come è accaduto in passato, in una scuola di pensiero unica ed egemone. Le nuove acquisizioni scientifiche hanno permesso di allargare l’osservazione e le sue prospettive di decodificazione, di comprendere, nell’identificazione di un’opera d’arte, sia le istanze individuali, intimiste, dell’artista, sia il suo percorso formativo, che non può prescindere dalla cultura di appartenenza. La cultura, del resto, deve essere riconsiderata in una dimensione di movimento persistente e di sincretismo performativo. Sullo stesso piano viene affrontato un altro concetto cardine, la credenza. Essa va riletta in una modalità del tutto nuova, non facilmente incasellabile o assimilabile a sinonimi subalterni. La credenza può riguardare la fede o le pratiche rituali popolari, come anche l’idea di un progetto scientifico che ha validità solo se riconosciuto dalla comunità di studiosi che crede nella sua autorità. BIAS vuole contribuire alla realizzazione di un percorso di crescita collettiva, di un contesto di espressione artistica e dialogo interreligioso, al confine tra il sacro e la spiritualità più eclettica, vuole superare i limiti espressivi della lingua e della non-conoscenza delle religioni e delle culture dell’altro, vuole in sostanza trasformare l’arte contemporanea in uno strumento di indagine, denuncia, conoscenza, per annientare l’azione cancerogena del pregiudizio, nato più per finalità politico-economiche che per ragioni altre.                                                                                                      OPERA DELL’ARTISTA PATRIZIO ALVITI

La BIAS e la collettività che intorno ad essa ruota, sono chiamati ad autodeterminarsi nell’indagare parametri di appartenenza alla propria gang di partenza piuttosto che alla nazionalità riportata sul proprio passaporto. BIAS è un’esposizione d’arte che si snoda sotto forma di grande gioco in cui gli artisti nell’operare ed installare le loro opere site specific affrontano il tema del gioco e la relazione intima tra il sacro ed il profano che nella congiuntura della simbologia del gioco. L’esposizione è ambientata in luoghi privati e pubblici con opere d’arte sul tema dell’edizione 2020, sul gioco ed il tempo, di una selezione di artisti che hanno partecipato al bando BIAS 2019. Il fattore tempo giocherà uno dei ruoli principali nella dialettica linguistica dell’arte contemporanea.         

Padiglioni BIAS 2020 sparsi in Italia e nel mondo sono: Padiglione Abramitico, Padiglione Scientifico, Padiglione Filosofico, Padiglione Esoterico, Padiglione Archeologico, Religioni Perdute, Padiglione Buddista, Padiglione Induista, Padiglione Sciamano, Padiglione Religioni Africane, Padiglione Zorastriano, Padiglione Paragnostico, Padiglione Web Art.    

Le prossime tappe BIAS 2020 nel mese di luglio sono previste per il 24 luglio 2020 alle ore 18.00 in Piazza San Marco a Porto Rotondo, il 26 luglio nel Convento di Taormina oggi sede del magnifico Hotel Metropol, alle ore 18.00 e il 31 luglio a Palazzo Marchetti a Malfa nell’isola di Salina, alle ore 20.00 con un concerto inaugurale e il 4 agosto con una conferenza di Filosofia in partnership con il Festival delle Filosofie. Nel mese di Agosto e di Settembre molte attività culturali faranno parte del cartellone della BIAS 2020 nei singoli luoghi aperti per poi spostarsi in Egitto e in Senegal.

Artisti BIAS 2020 esposti nelle prime VIII tappe e sedi della BIAS 2020 tra Venezia, Valsanzibio, Marsala, Messina, Salina, Taormina, Gibellina, Palermo, Arcidosso, Morsasco, Porto Rotondo, Merigar, Tenerife, San Pietroburgo, Barcellona, Jamaica, Senegal, Egitto Sinai : CRISTIANO ALVITI | PATRIZIO ALVITI | CAMILLA ANCILLOTTO| ROSA ANNA ARGENTO |VITTORIO BUSET | ANDREA CANTIERI | PAOLA D’AMORE |RITA DEGLI ESPOSITI |EDOARDO DIONEA CICCONI |FELIX FELTRIN| EVPS |MARGHERITA GRASSELLI |MOHAMED KEITA |MARIE MALHERBE |ISABELLA MESSINA | ILEANA MILAZZO | NICCOLO’ MONTESI | ORA |JANINE VON THUNGEN | ROSA MUNDI | MARIELLA RAIMONDO |ROBERTO ZAMPARO

Cristiano Alviti

Patrizio Alviti

Andrico Fabio e In-Dialog Collective

Camilla Ancillotto

Abir Arafeh

Hadeel Azeez

Rosa Anna Argento

Gaetano Barbarotto

Bianca Beltramello

Fiorella Bonanno

Anca Borieu

Judith Boy

Momò Calascibetta

Olivia Calinescu Yanku

Andrea Cantieri

Carlo Cantini – Cristina Degli Innocenti

Daniele Cascone

Florinda Cerrito

Maddalena Cervinzo

Maria Cristina Cincidda

Bartolomeo Conciauro

Alberto Criscione

Liborio Curione

Francesco Cuttitta

Fabio Pilato

Paola D’Amore

DYNAMIC SPACE OF THE ELEMENT

Concetta De Pasquale

Rita Degli Esposti

Marie Claire Delamichelle

Angela Di Blasi

Angelo Diquattro

Edoardo Dionea Cicconi

Egybadour

EPVS

FADIBÉ

Roberta Faja

Felix Feltrin

Hirton Fernandez Junior

COMPAGNIE LE TEMPS DU NE DANSE

Rosario Genovese

John Gian

Daniela Gorla Fossa

Margherita Grasselli

Francesco Grasso

Lucio Greco

Tiffani Gyatso

Kazuyuki Kanda;

Mohamed Keita

Bernard Langestein

Zhang Lanpo

Gabriella Lupinacci

Francesca Romana Mainieri

Gabriella Maldifassi

Marie Malherbe

Rosalia Marchiafava Arnone

Giuseppa Matraxia

Antonio Mauro

Jasazii McKenzie

Isabella Messina

Ileana Milazzo

Sara Mineo

Daniela Monaci

Massimo Monicelli e Sarita Marchesi

Niccolò Montesi

Rosa Mundi

Teresa Noto

ORA

Giulio Orioli

Luca Pantina

Valerio Perino

Alexandru Podea

Alexander Sasha Popov

Giovanni Puntrello

Mariella Ramondo

Massimiliano Reggiani

Carla Regina

Collettivo Di Bernardo Rietti Toppetta

Enzo Rullo

Anna Sances

Maria Elena Serrano Santos

Nancy Sofia

Laura Tabanera

Pierdonato Taccogna

Benedetta& Miralles Tagliabue

Alimberto Torri

Francesco Trovato

Ute Pyka

Maria Felice Vadalà

Tiziana Viola-Massa

Sandro Von Einsiedel

Janine Von Thungen

Guan Yuliang

Roberto Zamparo

Ning Zhang

Li Zhiguo

Smolnikov

Vadim Levin In Collaboration with «Art of foto»: Vadim Levin, Roman Zemlyachev, Igor